raccagni_andrea3

16 aprile - 28 maggio 2011
Trenta lavori per una concentrata, distillata personale a cura di Luigi Meneghelli. Oli, ferri, tecniche miste che riassumono l'iter appartato, ma sempre esorbitante di sensi, umori, sperimentazioni di Andrea Raccagni (Imola 1921 – 2005). Dai caldi climi dell'Informale fino ai tardi anni '80, bruciando le tappe, cercando ostinatamente un'uscita dalla prigione del quadro tradizionale, aspirando a raffinate eleganze e insieme a soluzioni al limite del barbarico. Raccagni non partecipa direttamente ad alcun gruppo, anche se si trova accostato alla poetica dell' “Ultimo Naturalismo” di Francesco Arcangeli (ai vari Morlotti, Moreni, Mandelli, Vacchi, Bendini): una poetica che si basa su un disperato amplesso con la materia nella ricerca dei significati primi e germinali dell'esistenza. Raccagni infonde a questa aspirazione una sorta di estremismo: ingrossa le paste, bussa ai linguaggi dell'inconscio (surrealista), ma soprattutto aspira ad una “pittura spaziale”: e questo avviene nelle varie serie dei cosidetti “Liberi”, dove composizioni di pezzi di lamiera verniciata, viluppi di ferro e colore si disgregano nelle tre dimensioni, secondo sviluppi dinamici, complessi e casuali.


Ma questo furore, questa incandescenza operativa sono spesso intercalate da pause di riflessione, di ricerca più distaccata, più decantata. Non sono periodi di inattività, ma di analisi e di progettazione: e ne sono chiara testimonianza anche le tante

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Bill_Viola_The_Passing_1991

Ciclo di incontria cura di Annamaria Sandonà sul tema della Video Arte organizzati dalle Università di Bologna, Padova, Verona con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Verona, del Dipartimento di Storia delle Arti Visive e della Musica, Facoltà di Lettere e Filosofia, Università degli Studi di Padova e del Dipartimento Tempo Spazio Immagine Società, Facoltà di Lettere e Filosofia, Università degli Studi di Verona, ideati e promossi da Galleria dello Scudo nell’ambito delle iniziative svolte dall’Associazione Contemporanea, Verona.

Gli incontri, intendono ripercorrere la storia e l’evoluzione della Video Arte, disciplina artistica di grande attualità nel panorama dei linguaggi espressivi contemporanei, evidenziandone le valenze simboliche e concettuali oltre che le implicazioni in alcuni casi politiche e sociali. L’analisi verterà sull’indagine del contesto italiano e internazionale, ampliando lo sguardo ai protagonisti che negli ultimi anni hanno assunto grande notorietà, quali lo statunitense Matthew Barney o la video artista, regista e fotografa iraniana Shirin Neshat, vincitrice del Leone d’Argento per la migliore regia al Festival del Cinema di Venezia nel 2009 con il film Women without Men (Donne senza uomini), cui è stata di recente dedicata la rassegna nella Sala delle Cariatidi in Palazzo Reale a Milano aperta sino allo scorso 8 marzo.

Nata dall’interazione con le innovazioni tecnologiche del secondo dopoguerra, la Video Arte

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Diambra_kn2

1 aprile - 21 maggio 2011

La rifrazione della luce nell’acqua trasparente, la vibrazione sottile dei colori  -dei verdi, dei viola, dei rosa, dei bianchi – screziati in luminosi e cangianti frammenti, la leggerezza dei morbidi tessuti sui corpi femminili e dei piumaggi, delle ali, dei fogliami per quanto riguarda il mondo animale e quello della natura, è il tema conduttore della prima mostra veronese della fotografa Diambra Mariani che, insieme alla collega Valentina Merzi , dà vita al progetto artistico intitolato Inheritance, di cui fanno parte le fotografie tratte dai lavori su Ofelia (Contemporary Ofelia), su Maria Maddalena, su Madama Butterly, sugli animali (Catti_vita)  presentate  dal 1 aprile alla galleria Kn STUDIO (via San Giovanni in Valle, 19 - tel 045 8949773).

Ofelia, innamorata di Amleto e da lui respinta, impazzisce di dolore al punto di decidere di porre fine alla sua esistenza immergendosi nell'acqua (...salvifica, per lei!) e ritornare così simbolicamente nel primordiale liquido amniotico da cui era fuoriuscita: il cerchio vita/morte, così, si chiude. Diambra Mariani e Valentina Merzi costruiscono l'immagine di un'Ofelia trasognata, lieve, ingenua, dolcemente sospesa nell'acqua e creano un'opera che per antitesi abolisce la statica e  immutabile fissità di Ofelia nella famosissima tela del preraffaellita John Everett Millais (1852). Restano, nelle foto di Diambrae Valentina, i colori della

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chagall1

Dal 9 aprile al 10 luglio 2011- Galleria dArte Moderna Palazzo Forti Nelle 137 opere di Chagall proposte in questa mostra, i personaggi, gli animali, gli oggetti che popolano paesaggi complessi spesso sfidano la legge di gravità. O meglio la vedono da una diversa, originale prospettiva. "Mi tuffo nelle mie riflessioni e volo al di sopra del mondo", scriveva Chagall nel suo diario e i dipinti, i disegni e le incisioni esposti a Palazzo Forti esprimono questa personalissima rappresentazione delle cose. E un mondo "sottosopra", alla rovescia, dove regole e rigidità hanno ceduto il passo a sogno e fantasia. «Un uomo che cammina ha bisogno di rispecchiarsi in un suo simile al contrario, per sottolineare il suo movimento», così come «un vaso in verticale non esiste, è necessario che cada per provare la sua stabilità», annotava Chagall.

Disegni e incisioni, datati tra il 1917 e il 1982, che attraversano gran parte della vita di Chagall e gran parte del recente Novecento. Sono opere provenienti dal Musée national Marc Chagall di Nizza, dal Musée national d'Art Moderne Centre Georges Pompidou e da importanti collezioni private,  A Verona la mostra giunge dopo essere stata presentata, con successo, al Musée national Marc Chagall di Nizza e all'Ara Pacis di Roma e celebra i 25 anni

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Padovani_Andrea

6 - 24 aprile 2011

vernissage: venerdì 8 aprile ore 18.00

L'artista italo-canadese Andrea Padovani non si limita a mostrare la realtà così come ci appare, ma conferisce alle immagini una sorta di “verità interiore” che non è altro che la proiezione delle proprie sensazioni e dei propri pensieri. Padovani fissa la sua attenzione su dettagli marginali (come poltrone, fiori, alberi, vedi foto, Un girasole e la sua ombra, 28x36 cm, olio su tavola) o spazi dimenticati (come soffitte, vecchi caseggiati, strade che si perdono chissà dove). Lo fa per interrogare quello che ci sembra talmente evidente da averne dimenticato l'origine; lo fa per stanarlo dalle scorie dell'ordinario nelle quali è invischiato: in una parola, lo fa per dargli di nuovo un senso, una lingua, un'esistenza. E per conseguire il suo obiettivo ricorre a tutta una serie di strategie che possiamo definire tecnico-formali. Innanzitutto sgombra il campo dalla presenza degli esseri viventi, anche se rimane sempre una traccia del loro passaggio, un'impronta del loro vissuto (anzi, si potrebbe dire che è proprio l'impronta, il segno di “ciò che è stato”, a caratterizzare la dimensione temporale imprecisata dei dipinti, a cui corrisponde anche un'ambiguità spaziale, quasi fosse impossibile capire se queste immagini appartengano a questa terra o a chissà quale altro pianeta). Con la sua

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dal 17 marzo al 17 aprile 2011

Apre a Verona la mostra Blow-up. Immagini del nanomondo, itinerario visivo tra scienza e fotografia nel mondo alla scala dei miliardesimi di metro. Immagini per vedere l'invisibile che uniscono estetica e rigore scientifico, e rivelano la bellezza nascosta nelle profondità della materia.


«Il mondo che abbiamo sempre avuto sotto gli occhi ne nasconde un altro». Così si apre Blow-up, mostra ideata dal Centro S3 dell’Istituto Nanoscienze del Cnr. Nata dall’incontro tra il lavoro degli scienziati e l’esperienza di una fotografa, la mostra invita a scoprire un mondo che non è possibile fotografare e nemmeno vedere con i più potenti microscopi ottici. Il mondo alla scala dei nanometri - dove l’unità di misura è il miliardesimo di metro, lo spazio occupato da 10 atomi di idrogeno messi in fila uno dietro l’altro - è accessibile solo da pochi anni grazie agli strumenti avanzati della ricerca scientifica. Il Centro S3 di Modena, centro di ricerca in nanoscienze del Cnr, ha prodotto queste ‘istantanee’ del nanomondo e con la collaborazione della fotografa Lucia Covi ha voluto mostrarle in una nuova luce.

La magia dell’ingrandimento rivela la materia alla scala atomica, impercettibile ma ricca di forme e dettagli: un panorama all’apparenza fatto di dune, scavi faraonici, stalagmiti ciclopiche. In realtà si

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