Inaugurazione lunedì 5 marzo dell'installazione dell'artista veronese di origini veneziane Zwilling dal titolo "è(e) - trama di parole e di relazioni umane" promossa dall'Assessorato alle Pari Opportunità e Cultura delle Differenze.
ingresso libero
La Fondazione Bevilacqua La Masa mostra per la prima volta al pubblico un
momento saliente della collaborazione e della profonda amicizia tra Carmelo
Bene e Pierre Klossowski, cioè il ciclo completo – 17 disegni e 4 studi –
che quest’ultimo dedicò a una commedia su Bafometto di cui lui stesso aveva
scritto il testo, e che Carmelo Bene avrebbe dovuto mettere in scena in
occasione della Biennale Teatro da lui diretta: un sogno rimasto chiuso, dal
momento che l’istrione italiano decise di abbandonare bruscamente l’incarico.
Appena dopo la celebrazione di Klossowski offerta dalla Whitechapel di
Londra, nonché prima di quella che gli tributerà il Centre Pompidou di Parigi,
la BLM di Venezia è fiera di potere portare a conoscenza del pubblico anche
questo nucleo compatto e inedito di disegni.
Afflato mistico e
religioso, paura dell’omosessualità, del desiderio erotico perverso; omaggi a
Sade e a Foucault, due diversi maestri della liberazione dal potere e dalle sue
catene; gioventù e suicidio… questi e altri temi scandalosi sono al centro della
mostra.
Il soggetto attorno a cui si svolgono i grandi cartoni a matita,
infatti, in cui le figure hanno quasi sempre dimensione reale, è quello di un
giovane attraente,
dal 16
febbraio al 8 marzo 2007
mostra dell’artista veronese Enrico Tinto Incisioni 2003-2006, che vede esposte opere di Tinto che abbracciano gli ultimi anni del percorso creativo dell’artista e si accostano al suo lavoro sui quadri materici. Sono in mostra incisioni del 2003 dal titolo Sabbia, prodotte in tiratura molto bassa, circa venti esemplari per lastra, caratterizzate dall’essere ognuna diversa dall’altra, sorta di monotipi con inchiostrazione unica. Lo stesso vale per le incisioni del 2006, che rappresentano paesaggi urbani secondo poetiche care da sempre all’artista, che elegge la città a terreno ideale per le sue sperimentazioni, dando origine a visioni di luoghi vissuti e immaginati, a visioni di spazi riempiti e lasciati vuoti.
La scelta di operare inchiostrazioni sempre diverse rende di fatto ogni stampa un pezzo unico e le incisioni proposte in questa esposizione, accostate alle matrici in rame o zinco usate per la stampa, permettono di osservare come il disegno di incisione si possa utilizzare con risultati diversi e sorprendenti. Inoltre l’utilizzo di tecniche di incisione molto pesanti, che arrivano a bucare la lastra, consente di creare immagini apprezzabili anche da un punto di vista tridimensionale, come ad esempio nelle due serie non inchiostrate In città e Città vuota in cui a comporre l’immagine è solo il rilievo prodotto
da sabato 24 febbraio al 17 marzo 2007 mostra dal titolo "Anima mundi, piccola".
La ricerca dello scultore è un ritorno alle radici più profonde dell'umanità, metafora velata dal mito e dalla storia, delle contraddizioni del presente si colloca all'incrocio tra arte, vita e spiritulità. Attivo nel campo della scultura fin dagli anni giovanili ha affiancato sucessivamente ad essa numerose esperienze di scenografia e design.
Evento Speciale: Venerdì 9 MARZO alle ore 21.00
SCENA SINTETICA organizzazione teatrale bresciana
Mostra di fotografia. Espongono Irene Danzi, Stefano Zampini, Gruppo fotografico Carpe Diem, una raccolta di foto d’epoca.
Per informazioni
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
dal 20 gennaio al 17 marzo 2007
La Galleria Artericambi presenta la personale di Fabio Sandri
a cura di Eva Fabbris
dal 10 febbraio al 17 marzo 2007
Dopo la personale milanese, SPIRALEARTE artecontemporanea ha il piacere di presentare, nel suo spazio espositivo di Verona una mostra di Paul Goodwin dal titolo TOUCH, una selezione delle opere più rappresentative dell’artista inglese degli ultimi quattro anni.
La pittura di Goodwin, a volte un denso impasto, altre volte un velo leggero tirato, è applicata sulla superficie di alluminio o acciaio con i più svariati utensili (coltelli, spugne e spatole) e quasi mai con il pennello; la qualità del fondo metallico, che può assumere sfumature nero-bluastre, essere lucido oppure opaco, accompagna, determinandoli, i toni di colore delle opere. I colori sono concentrati in Lumps, ovvero macchie, di luce e materia che Paul Goodwin dispone in tre “posizioni” differenti: quasi sospesi sulla lastra di metallo senza toccarne le estremità, spostati ai limiti del supporto a lambirne i bordi o infine “dentro il lump” con la superficie del supporto completamente lavorata. Le diverse “posizioni” possono corrispondere alla dimensione spaziale, i tocchi di colore rappresentano il modo di toccare e di essere toccati dalla natura e vivono un rapporto diverso con la quarta dimensione, quella del tempo. Il lavoro dell’artista pare avvolto intorno al sentimento dello spazio “feelings of space” che è traducibile in
In arrivo un de Chirico mai visto e nemmeno immaginato
“Questa mostra vi guiderà
passo per passo alla scoperta della più emozionante avventura intellettuale e
poetica dell’arte del XX secolo: un de Chirico che non avete mai visto e nemmeno
immaginato, il “vero” de Chirico che sta all’origine del surrealismo e di tutto
ciò che di magico e inquietante vi è nell’arte del novecento”. L’affermazione è
di Paolo Baldacci che con Gerd Roos cura la grande mostra che Palazzo Zabarella
ha in programma a partire dal prossimo 20 gennaio.
Sarà presentata una
selezione di capolavori di altissima forza evocativa e poetica che non potrà non
lasciare il segno tra i visitatori. E anche un’occasione unica per vedere, oltre
alla più ampia selezione mai offerta nel nostro paese di opere metafisiche e dei
primi anni ’20, molti dipinti straordinari che non compaiono in mostre pubbliche
o private da prima della seconda guerra mondiale.
I curatori si sono
mossi fin dall’inizio nell’intento di rendere accessibile al pubblico la
complessità di un artista che ha prodotto un corpus di opere vastissimo ma
discontinuo e che ha avuto un’attività più che sessantennale segnata da
frequenti inversioni di
Grande evento espositivo 2006-2007 del Mart, il Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, che sarà dunque il primo museo in Italia a dedicare una grande mostra a questo tema.
L'esposizione, in programma dal 2 dicembre 2006 al primo di maggio del 2007, intende raccontare la storia del design dell'automobile, in un percorso che individua come suoi punti nodali le grandi innovazioni dal punto di vista dell’estetica e da quello della tecnologia. Si parte dagli esordi - in mostra anche la prima automobile mai realizzata con un motore a scoppio, la Benz "Dreirad" del 1886 – e si arriva ai giorni nostri e oltre.
"Mitomacchina" presenta infatti anche i prototipi che nel Ventunesimo secolo
stanno per rivoluzionare ancora una volta le forme, l’uso e la carica di
significati dell’automobile.
La chiave di lettura di Mitomacchina è duplice:
da un lato la mostra presenta una vasta selezione di modelli di automobili
scelti a partire dal loro ruolo di propulsori del cambiamento, sia in chiave
sociologica che estetica; dall'altra una ricognizione sui progetti, i processi
industriali e le sperimentazioni che hanno accompagnato, messo in discussione e
ricostruito, grazie ai
Palazzo dei Diamanti dedica un’importante retrospettiva al Simbolismo colmando così una lacuna nel panorama espositivo italiano che perdura da quasi quarant’anni. Dal 18 febbraio prossimo, infatti, un centinaio di capolavori provenienti dalle più prestigiose raccolte pubbliche e private di tutto il mondo offriranno al pubblico del nostro paese l’opportunità di rileggere e approfondire la conoscenza di questo affascinante capitolo della storia dell’arte europea.
Il simbolismo è una delle più importanti correnti artistiche della fine del XIX secolo. La sua poetica, alternativa sia alla pittura accademica che alle più avanzate tendenze del realismo e dell’impressionismo, rappresenta un ponte tra l’Ottocento e il Novecento e costituisce una delle premesse fondamentali alle rivoluzioni formali attuate dalle avanguardie ventesimo secolo.
La mostra, organizzata da Ferrara Arte, in collaborazione con la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, è curata da Geneviève Lacambre, conservatrice onoraria del Musée d’Orsay, con la collaborazione di Luisa Capodieci e Dominique Lobstein. Un allestimento cronologico ripercorre i momenti salienti di quella eccezionale stagione artistica, facendola rivivere attraverso alcuni dei suoi temi più ricorrenti: la vita e la morte, lo scorrere del tempo, il sogno e la riflessione,