In concomitanza con l’inaugurazione al Mart della mostra Fausto Melotti, Angelo geometrico, è stata collocata definitivamente e finalmente la Scultura H (La Grande Clavicola) che per tanto tempo, quasi dodici anni, ha dovuto subire una strana dimenticanza che l’ha portata anche a deteriorarsi. Con l’occasione della mostra l’Angelo geometrico l’opera è stata restaurata. E’ inultile ricostruire, nei particolari, tutta la storia della scultura, una volta che il Comune di Rovereto l’aveva acquistata per collocarla proprio nel futuro Museo, ma va sottolineato, che a volte, un elemento nuovo, e con un’energia inspettata, porta alla soluzione annosa di un problema.
La sensibilità e la volontà per fare questo la si deve alla nuova e giovane direttrice del Mart, Cristiana Collu, che è qui solo da qualche mese, ma ha saputo attivare preziose sinergie con l’ Amministrazione Comunale di Rovereto, principalmente, con altri importanti soggetti tra cui la Soprintendenza per i Beni Storico-Artistici di Trento, l’Accademia degli Agiati di Rovereto e con il sostanziale contributo del Lions Club Rovereto Host che ha finanziato il restauro artistico e strutturale, risolvendo così le lunghe vicissitudini di quest’opera. Per cogliere il senso delle parole di Fausto Melotti “L’opera d’arte nasce nel momento in cui tu vedi e ascolti. E questa data continuamente mutevole è la sua vera data
29 - 30 giugno e 1° luglio 2012 Ca' Ottolina, Pilastro di Bonavigo - Un vento fresco e capriccioso fischia per la Bassa. Energico stimolo che oblitera in un lampo l'inquietudine e il saturnismo dei perplessi.
L'undicesima edizione di ArtFarm è l'occasione per un contatto con la natura, negli spazi di Ca' Ottolina, una casa di campagna che ha origini seicentesche e che i proprietari con senso estetico e creatività stanno portando a nuova vita.
In occasione di questa manifestazione, ogni anno a fine giugno, la fattoria apre le porte ad artisti e al pubblico per tre giorni: inizia alle 21.30 di venerdì 29 (fino alle 24.00) e prosegue sabato 30 e domenica 1 luglio (con apertura dalle 18 alle 22 e su appuntamento: cell. 340 3811675).
Le opere in mostra sono collocate in alcuni ambienti della villa e nei vari fabbricati (l'ex-stalla, gli essiccatoi del tabacco, le rimesse per gli attrezzi). Altri interventi sono sparsi negli spazi all'aperto (giardino, aia, porticati) e combinano i più disparati linguaggi del contemporaneo: ci sono infatti installazioni, fotografie, sculture, progetti, video.
Questa edizione propone in totale venticinque autori, principalmente italiani con la presenza di alcuni artisti che provengono dall'Austria, dagli Stati Uniti, dalla Spagna.
Per la prima volta viene presentata una sezione curata da Luigi Meneghelli dal
24 giugno - 10 novembre 2012 - Sabato 23 giugno 2012 inaugura la quinta edizione di Arte Contemporanea a Villa Pisani, progetto che da quest'anno assume cadenza biennale: Niele Toroni e Arthur Duff sono gli artisti invitati a ideare e realizzare opere inedite per la Villa Pisani Bonetti a Bagnolo di Lonigo nel vicentino, capolavoro giovanile dell'architettura di Andrea Palladio.
Il progetto, avviato nel 2007 da Manuela Bedeschi e Carlo Bonetti, collezionisti darte contemporanea e attuali proprietari della Villa, è coordinato da Luca Massimo Barbero e curato da Francesca Pola.
Le opere realizzate dai due artisti sono pensate per dialogare con il luogo e gli spazi di una dimora abitata, in una dimensione privata e vissuta che non è soltanto uno spazio espositivo.
Niele Toroni (Muralto Locarno, 1937) ha individuato come fulcro del proprio progetto il grande salone centrale, scegliendo di intervenire sulla controfacciata della loggia verso il fiume, segnata dalla grande finestra termale cieca nella parte superiore e sulle due piccole porte in quella inferiore. L'artista si concentra in questo spazio, che è nel medesimo tempo soglia chiusa e luminosa apertura, secondo coordinate operative che sono caratteristiche del suo linguaggio dagli anni Sessanta: traccia una serie di impronte di pennello n. 50, a intervalli di 30 cm luna dallaltra. Inserisce così nella monumentalità
Artericambi presenta la mostra personale di Carles Congost intitolata Paradigm. A partire dal 23 giugno 2012,
Paradigm rispetto alle opere precedenti rappresenta una svolta sia formale che concettuale. In questo nuovo lavoro l' impegno dell'artista si sposta esplicitamente verso il linguaggio cinematografico spingendosi nel rinnovato territorio della suggestione e dell'ambiguita'.
Questo video e' facilmente riconducibile al genere poliziesco tipico sia dei film che delle serie TV. I personaggi che prendono parte alla storia compaiono gradualmente e al rallentatore integrandosi in un ambiente che lascia poco spazio all'improvvisazione. Nonostante la molteplicità dei luoghi familiari rappresentati nelle prime scene del film, la narrazione rilascia progressivamente segnali sottili e inquietanti che mirano ad articolare una coreografia misteriosa, una sorta di rituale che sposta l'incontro fortuito dei personaggi verso un dimensione insolita.
In questo video troviamo numerosi riferimenti a film e registi contemporanei come il mitico western Once Upon A Time In The West, (1968), regia di Sergio Leone interpretato da Henry Fonda e Charles Bronson. La colonna sonora originale di Paradigm è stata composta dal musicista greco Evripidis Sabatis e Stefano Maccarrone, membro del gruppo con sede a Barcellona Mendetz pop.
BioCarles Congost (Olot, Spagna, 1970) si e' laureato in belle arti presso l'Università di Barcellona. Il suo lavoro prevede l'utilizzo di diverse tecniche
Dal 21 giugno al 9 settembre 2012 il Palazzo della Gran Guardia di Verona ospita un nuovo grande evento espositivo: "Mirò poesia e luce", una selezione di 80 opere dell'artista catalano, tra cui alcune mai esposte in Italia. All'interno degli spazi espositivi sarà ricostruito anche lo studio d'arte, che l'artista realizzò nel 1956 a Maiorca.
La rassegna, che fino al 10 giugno è stata esposta a Roma, presenterà alcuni tra i capolavori dell'artista tra cui gli olii Donna nella via (1973) e Senza titolo (1978); i bronzi come Donna (1967); gli schizzi, tra cui quello per la decorazione murale per la Harkness Commons-Harvard University, tutti provenienti da Palma di Maiorca, dove la Fundació Pilar i Joan Mirò conserva molte opere dell'artista.Un ruolo particolare spetterà proprio ai bronzi: come tanti artisti come Picasso, Dalì e, in tempi più recenti, Berrocal, anche Mirò scelse infatti fonderie veronesi per la realizzazione delle sue opere. Verona ha infatti una lunga e rinomata tradizione nella fonderia artistica.
JOAN MIRÒ: L'ARTISTA
Mirò è stato uno degli artisti più influenti e celebri del XX secolo. Nato a Barcellona nel 1893, si avvicina ben presto all'arte surrealista e astratta, sviluppando un linguaggio pittorico originale e personalissimo che lo rendono ancora oggi subito identificabile. Le opere di Mirò stupiscono e
A cura di Marino Pinali. Lo sguardo inquieto. Interessanti i colori scelti e gli accostamenti decisi, che lasciano intuire l'ampio spettro di emozioni dell'artista.
Il lavoro di Giuseppe Tabacco trae spunto dalla fotografia ed ha un chiaro rimando alle tecniche della grafica che creano e trovano significato nei concetti di pulizia, di definizione attraverso il negativo piuttosto che il positivo di ogni forma creata. E' così che il nero, il colore più intenso "incide" l'opera dell'artista che seppur bidimensionale e priva di toni sfumati presenta forme che "emergono dall'ombra e nello stesso istante sembrano liquefarsi". Interessanti i colori scelti, gli accostamenti spesso decisi e raramente tonali, che fanno percepire un artista dall'ampio spettro di emozioni che vengono trasmesse immediatamente e sinteticamente.
L'aspetto emozionale traspare anche dalla duplice natura delle sue tele che mescolano poetica voyeuristica ed ironia in un gioco inconscio che permette di alleggerire e sdrammatizzare il rapporto con il corpo femminile, protagonista e indiscutibile fonte di ispirazione formale dell'opera di Tabacco. La pulizia caraterizza anche le sue creazioni in campo televisivo e scenografico. Un'espressione quella di Tabacco, che rimanda ad una figurazione dell'estremo oriente. Lo distingue un amore per il segno fluido e libero che si auto-crea e rigenera. Le sue scegnografie sono immagini di una sospensione limpida e scarna
I primi bronzi prendono a modello aspetti elementari del mondo: galli, galline, cavalli. Ma nulla di freddamente accademico, di meramente illustrativo. Il soggetto che l'artista prende in considerazione è reso subito per movimenti sapienti, superfici scisse, forme acrobatiche.
La partecipazione alla Quadriennale di Roma del 1965 e alla Biennale di Venezia dell'anno successivo spingono però Bogoni a cercare nuove soluzioni plastiche. Pur mantenendo uno stretto collegamento con i fatti della vita (“il ricordo di un vecchio muro, di un pavimento rotto, di una pagina pubblicitaria”), egli trasfigura ogni cosa in pura evocazione, in forma nuova, in disegno mentale. Così un gorgo d'acqua dà vita a Piccolo sogno, che è una rarefatta meditazione sulla materia, sui rapporti tra vuoti e pieni, sul movimento continuo e inarrestabile della vita. La forma floreale o solare innesca le figure dei Lotus, dove attorno ad un centro vuoto girano e si espandono delle lamine come fossero fantastici raggi solari.
Finchè in Quadrato vitale o Seme cosmico ci
23 giugno - 2 settembre 2012 - Museo MAG, Riva del Garda (TN) In occasione del ritrovamento di più di 1000 suoi disegni inediti, il MAG, nelle sedi di Palazzo dei Panni a Arco e della Rocca a Riva del Garda, propone una rivisitazione dell'opera di Maganzini (nato a Riva del Garda nel 1894 e morto a Firenze nel 1965), con una particolare attenzione alla scomposizione futurista e alla successiva rappresentazione figurativa del reale. L'estroso artista nei biglietti da visita si presentava come "Umberto Maganzini TrilluciIntuista - Futurista".
Dopo l'importante mostra monografica tenutasi nel 1986 nelle sale della Rocca di Riva del Garda, il progetto Umberto Maganzini e il futurismo illustra nei due spazi espositivi del Museo Alto Garda il percorso dell'artista rivano prendendo in considerazione i momenti più importanti della sua attività: dall'esperienza futurista alla ritrovata rappresentazione del reale che dagli anni Trenta caratterizza il suo lavoro.
Dagli studi per le scomposizioni e per le forme astratte, le sintesi teatrali e le tavole parolibere, realizzati tra gli anni Dieci e Venti con lo pseudonimo Trilluci, è nel decennio successivo che l'artista, elaborando gli insegnamenti delle avanguardie storiche, ritorna alla figurazione. Figure e paesaggi, eseguiti con la tecnica dell'acquerello, rappresentano preziose testimonianze della cultura italiana di quegli anni.
Una ventina tra disegni e sculture di
Dal 9 giugno al 28 luglio 2012 NATURE VS NURTURE David Casini / Mat Collishaw / Patricia Piccinini / Barry Reigate / Sissi. FaMa Gallery, Verona
NATURE VS NURTURE è la nuova mostra collettiva di FaMa Gallery che presenta opere di David Casini, Mat Collishaw, Patricia Piccinini, Barry Reigate e Sissi. L'esposizione inaugura venerdì 8 giugno e resterà aperta fino al 28 luglio 2012.
Nature vs nurture, natura vs educazione, cultura. Questa dicotomia - tra le caratteristiche e i tratti per così dire naturali, insiti nell'individuo e antecedenti qualsiasi influenza data dalla società e dalla cultura e tutto ciò che, invece, lo forma e lo modella e che proviene dal contesto nel quale egli si sviluppa - rimasta per lungo tempo al centro del dibattito scientifico, in particolar modo tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo, ha prodotto innumerevoli studi sull'origine innata o culturale dei tratti fisici e comportamentali umani ed è tornata recentemente al centro dell'attenzione degli studiosi, soprattutto in ambito umanistico.
La mostra NATURE VS NURTURE muove da questo ampio e complesso dibattito per interrogare il lavoro di cinque artisti che analizzano nella loro pratica, seppur con tecniche e approcci differenti, il metodo scientifico, fino ad arrivare ad appropriarsi dei suoi presupposti e dei suoi obiettivi, ma indagano allo
E' ancora visitabile, fino al 24 giugno 2012, la mostra Sculture veronesi del Trecento. Restauri presso la chiesa di San Pietro in Monastero in via Garibaldi, 3/a - Verona.
L'esposizione Sculture veronesi del Trecento. Restauri, prende spunto ideale dalla mostra Giotto e il suo tempo tenutasi nel 2001 a Padova e dal progetto, allora avviato dalla Soprintendenza, inteso ad intervenire sulle maggiori opere scultoree in pietra, appartenenti a Verona (chiese di Santa Anastasia, di San Nazaro e Celso e di San Zeno in Oratorio) e al suo territorio, come il gruppo della maestosa Crocifissione di Cellore di Illasi e il trittico di Valeggio sul Mincio.
Ideata dal soprintendente Fabrizio Magani e ora promossa dall'attuale soprintendente Luca Caburlotto, è stata accolta con convinzione e con un significativo sostegno dalla Fondazione Cariverona. La mostra, curata da Anna Malavolta e Fabrizio Pietropoli, riunisce in un compendio scientifico organico un patrimonio che la comunità e gli appassionati potranno apprezzare nella sua complessiva manifestazione e che, grazie al coordinato programma di interventi e alle aggiornate ricerche che il restauro ha reso possibili, viene restituito ad ulteriori avanzamenti di studio, così avvalorandosi in tutto il suo orizzonte l'attività di tutela e di valorizzazione cui sono istituzionalmente preposti il Ministero per i beni e le attività culturali e per esso