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A Ferrara, dal 22 aprile al 10 giugno 2012 il Padiglione d'Arte Contemporanea ospiterà la mostra collettiva VIOLENCE. L'arte interpreta la violenza, scelta per la XV edizione della Biennale Donna e organizzata dall'UDI – Unione Donne in Italia di Ferrara e dalle Gallerie d'Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara.

Continuando il percorso iniziato nelle precedenti tre edizioni, la Biennale Donna ancora una volta si prefigge il compito di individuare ed esplorare tematiche legate a problemi socioculturali, identitari, comportamentali e geopolitici, interpretati grazie all'acuta creatività di alcune delle più note voci femminili dell'arte contemporanea.

Curata da Lola Bonora e Silvia Cirelli, l'esposizione propone il percorso di sette artiste già affermate a livello internazionale e la cui ricerca è da tempo incentrata sul tema della violenza, una questione purtroppo ancora oggi molto attuale. VALIE EXPORT, Regina José Galindo, Loredana Longo, Naiza H. Khan, Yoko Ono, Lydia Schouten e Nancy Spero raccontano realtà ed esperienze estremamente diverse l'una dall'altra, indagando la pratica della violenza nelle sue accezioni più ampie e disparate: da quella individuale a quella familiare, da quella culturale a quella politica fino ad arrivare a quella sociale.

Senza limitazioni di genere o identità, la rassegna rivela confronti a volte urlati altre soffocati, presentati con una molteplicità di linguaggi espressivi come sculture, fotografie, disegni,

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Dal 15 marzo - 30 giugno 2012 al Museo Civico di Storia Naturale la mostra di Cecilia Webber affascina ancora per le sue opere digitali in cui, come in un magico puzzle, riproduce con precisione scientifica la meraviglia delle forme e dei colori della natura colti in fiori e farfalle.

Ogni dettaglio è realizzato componendo con straordinaria abilità l'immagine fotografica di corpi umani nudi, in varie pose.

L'artista rivela la sua creatività applicandola all'osservazione scientifica, proponendo con una visione originale una nuova armonia naturale, dimostrando che fra l'uomo e la natura vi è una perfetta sintonia, rivelata dalla bellezza.

Le figure umane fotografate in varie pose vengono disposte a formare petali, steli e corolle, foglie e farfalle e persino bruchi. A dirci che il corpo umano è l'espressione stessa della vita, in tutte le sue manifestazioni...

Mi auguro che le mie immagini artistiche abbiano un impatto positivo su coloro che ne fruiscono, in modo tale che emerga la relazione profonda fra l'essere umano e la natura. Le possibilità offerte dalla fotografia digitale sono un incredibile strumento che mi permette di esplorare e ricreareil mondo che ci circonda con l'intento di contribuire a creare la consapevolezza necessaria a salvare il pianeta. Cecelia Webber

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Lucio_Fontana12 aprile - 23 giugno 2012 opere di Lucio Fontana in mostra a Verona alla galleria Studio la Città Lungadige Galtarossa, 21.

L'inaugurazione è giovedì 12 aprile dalle ore 18.00 alle 20.00.

Le opere di Lucio Fontana (1899-1968) esposte fino al 23 giugno 2012 presso la Galleria Studio la Città di Verona compongono un percorso espositivo eterogeneo che consente allo spettatore di trovarsi a diretto contatto con una buona parte delle tecniche utilizzate dall'artista nel corso della sua produzione.

Una panoramica sugli anni che vanno dal 1937 fino all'anno della sua morte, il 1968.

Tempera e china su cartone; matita e fori su carta; ceramica smaltata; terracotta; porcellana, passando per l'idropittura e senza tralasciare i celebri tagli che da sempre caratterizzano l'artista italo-argentino.

Lucio Fontana già negli anni Trenta detiene una posizione di transizione, si lascia alle spalle le certezze monumentali del primo Novecento, mette a punto forme esili e spaziali, alternando un linguaggio "concreto" a un altro più mosso e "barocco". Durante la guerra soggiorna in Argentina e là stende il Manifesto Bianco che lo pone sulla scena internazionale come padre dello Spazialismo. Spazio non inteso come contenitore vuoto, bensì come luogo di irradiazione di energie ondulatorie. I suoi lavori più famosi rimangono i "buchi" e i tagli" quali reale manifestazione della

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 2 giugno - 30 settembre 2012 orario 9.00 /20.00. 1 - 30 ottobre orario 9.00/17.00

Immagine: Tomaso Filippi Lavoratori veneziani sfollati dopo la disfatta di Caporetto, un gruppo di sarti confeziona divise militari 1917 Venezia Fondo Tomaso Filippi, IRE

Parallelamente alla mostra di pittura Nobiltà del lavoro. Arti e mestieri nella pittura veneta tra 800 e 900, in Villa Pisani si presenta una rassegna di fotografie storiche di Tomaso Filippi (Venezia 1852-1948) che, attraverso il suo sapiente obiettivo, restituisce usi e costumi di una Venezia in gran parte «sparita».

La mostra, ospitata nella "Casa del Giardiniere", nel parco di Villa Pisani, è stata promossa dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Venezia, Belluno, Padova e Treviso, ideata e curata da Giuseppe Rallo, con Myriam Zerbi e Luisa Turchi, ed è organizzata da Munus in collaborazione con il Fondo Filippi, che conserva l'archivio fotografico donato all'IRE (Istituto di Ricovero e Educazione di Venezia) da Elvira Filippi, ultima figlia del fotografo Tomaso Filippi, e con Daniele Resini, che ha curato la schedatura e catalogazione scientifica del vasto patrimonio - oltre 7693 lastre originali - e realizzato una mostra antologica nel 2000 alla Fondazione Querini Stampalia di Venezia.

Nella seconda metà dell'Ottocento sono in molti gli operatori che, affascinati dal nuovo mezzo espressivo, veneziani

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Sabato 5 maggio 2012, e fino al 7 luglio, alla Galleria Guastalla Centro Arte di Marco e Laura Guastalla si è  inaugurata una mostra  in omaggio al grande artista catalano Antoni Tapies, scomparso il 6 febbraio a Barcellona, con una mostra dal titolo "Nocturn matinal" di opere originali su carta tra cui acquaforti e litografie ritoccate a mano dall'artista.

Figura chiave dell'informale internazionale, nell'ambito di questa corrente Tàpies ha svolto il ruolo di tramite tra la cultura surrealista dei suoi inizi, a contatto con Mirò e Picasso, e le successive esperienze oggettuali, che hanno anticipato le sperimentazioni dell'Arte povera. I suoi dipinti, le sue sculture, le opere grafiche hanno infatti segnato uno spartiacque tra le generazioni storiche dell'arte e le neoavanguardie.

La caratteristica dominante del suo lavoro è l'impiego dei materiali, che conferiscono spessore alle opere, che in genere sono non figurative, dalle tinte spente e monotone ma di grande intensità, derivante proprio dalla qualità sculturale della superficie. Sulla superficie interviene con segni, sgraffiature e graffiti creando un effetto simile a quello dei muri scrostati, ricchi di avvenimenti, vicende; talora su queste superfici traccia segni, simboli, lettere.

Se la presenza di simbologie potrebbe richiamare una concezione di tipo spirituale, l'artista invece si autodefinisce un realista, muovendosi su un livello oggettivo.

La mostra

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Sabato 12 maggio 2012, e fino al 3 giugno, alle ore 18 Mario e Arianna Brunello, per il loro Antiruggine, il capanon - laboratorio culturale a Castelfranco Veneto, propongono con Pino Guzzonato una ulteriore tappa della loro ricerca tra gli artisti che sappiano esprimere in modo veramente originale la contemporaneità.

Nel capanon Antiguggine, luogo di incontro e confronto di musicisti, scrittori, intellettuali di mezza Europa, le mostre sono un evento raro: non più di una l'anno e con artisti individuati con molta oculatezza. Per questo ogni nuova proposta qui si trasforma in una evento, quasi una festa di consacrazione sancita dal violoncello di Mario in dialogo con le opere di volta in volta esposte.

Per questo prestigioso appuntamento Pino Guzzonato ha scelto di rendere omaggio alla mission del capanon brunelliano: disincagliare con l'antiruggine i meccanismi della cultura nazionale, affetti da incrostazioni che nella quasi indifferenza di molti, anche se non di tutti, li hanno incagliati, pietrificati quasi.

Pino Guzzonato, nato nel 1941, vive e lavora in provincia di Vicenza nella sua casa-laboratorio a Tretto di Schio. E' un artista che crea sperimentando da molti anni con tecniche e materiali diversissimi, è scultore, pittore, disegnatore, incisore che ha usato la pietra, il legno, la ceramica, la plastica, il metallo, sempre utilizzando le qualità concrete

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Cento opere d'arte con il vino protagonista assoluto, prestate a Verona da uno dei musei più famosi al mondo, l'Ermitage di San Pietroburgo. È questo il filo rosso della mostra promossa da Comune di Verona, Veronafiere e Villaggio Globale International. L'esposizione avrà cinque sezioni al palazzo della Gran Guardia e si terrà in occasione dell'Expo 2015 di Milano, da maggio ad ottobre.

Verona, 3 maggio 2012. Portare le opere dell'Ermitage a Verona nel 2015 per raccontare con una mostra inedita il rapporto dell'uomo con il vino, dall'antichità al periodo contemporaneo. Promotori dell'iniziativa il Comune di Verona e Veronafiere che, oggi, nella sede dell'Ente di Viale del Lavoro hanno illustrato il progetto che coinvolge anche Villaggio Globale International, partner in Italia del Museo Ermitage di San Pietroburgo. Presenti il sindaco di Verona Flavio Tosi, il presidente di Veronafiere Ettore Riello e il direttore generale di Veronafiere Giovanni Mantovani. Il percorso espositivo, ipotizzato negli spazi del palazzo della Gran Guardia e predisposto dai due storici dell'arte Nicola Spinoza e Annalisa Scarpa, conta un centinaio di opere dell'Ermitage, selezionate tra oltre 600. Cinque le sezioni allo studio: "Vino e mitologia", Vino e religione", Vino e uomo", "Vino e lavoro" e "Natura morta". La mostra punta a ripercorrere con un excursus storico il rapporto degli artisti

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24 marzo - 16 settembre 2012 - Centro Internazionale di Fotografia Scavi Scaligeri di Verona

La mostra "ROBERT CAPA" realizzata da Magnum Photos (la famosa agenzia che lo stesso Capa aveva fondato nel 1947 con Henri Cartier-Bresson e David Seymour) rende omaggio ad uno dei più importanti e influenti fotografi del XX secolo.

Il percorso espositivo, costituito da 98 fotografie in bianco e nero, si apre con il primo reportage realizzato nel 1932 a Copenhagen durante una conferenza di Leon Trotsky, durante la quale il fuoriuscito russo mise a nudo, per la prima volta, la violenza dello stalinismo. Si ripercorrono poi, attraverso le dense immagini di Capa, gli anni del Fronte Popolare a Parigi, la guerra di Spagna, l'invasione giapponese della Cina, per arrivare allo scoppio della Seconda guerra mondiale, che il fotografo seguì sui diversi fronti di battaglia fino allo sbarco in Normandia e alla liberazione di Parigi.

Seguono i suoi reportage in Unione Sovietica nel 1947 e in Israele 1948, dove documenta la nascita dello stato ebraico, e quello in Indocina, dove perderà la vita saltando su una mina antiuomo il 25 maggio 1954.

Chiudono la mostra una serie di ritratti degli amici di Capa, famosi artisti come Ernest Hemingway, William Faulkner, Henri Matisse e Pablo Picasso.

Nel 1938 la prestigiosa rivista

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10 dicembre 2011 - 28 aprile 2012 - Galleria dello Scudo

La dialettica fra scultura e piano che sovrasta, affianca o sostiene l’opera ha contraddistinto il linguaggio di Nunzio sin dagli esordi. Le istallazioni dei primi anni ‘80, realizzate in gesso dipinto per immersione, erano concepite per essere collocate a parete in quanto “sculture che […] negano la forza di gravità pur non nascondendo la sostanza fisica”, come afferma Giuliano Briganti nel catalogo della personale all’Attico nel 1984. Se già allora la scelta dei materiali rispondeva all’intenzione di assegnare ai volumi precise valenze cromatiche e luministiche, la predilezione per una tridimensionalità schiacciata di matrice donatelliana nonché l’uso del colore, finalizzato a segnare un nuovo approccio nel superamento del tradizionale rapporto con la pittura, ritornano costantemente anche in epoca successiva. Nel 1986 Nunzio inizia a intervenire sul legno con cera, pece, carbone, pigmenti o piombo, presentando il frutto di questa sua nuova ricerca alla XLII Biennale di Venezia nella sezione “Aperto 86”, quando vince il Premio 2000 quale migliore artista.

Dopo di allora numerose sono le tappe di un percorso segnato dall’impulso di sperimentare tecniche diverse: del legno l’artista rinnega l’intrinseca piacevolezza, sottoponendolo a combustione per conferire ad esso una profonda colorazione nera; sceglie il piombo per la sua duttilità e per la peculiare caratteristica

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A Verona - Palazzo della Gran Guardia - dal 26 novembre 2011 al 9 aprile 2012 si potrà visitare la mostra "Il Settecento a Verona. Tiepolo, Cignaroli, Rotari. La nobiltà della pittura", una grande rassegna espositiva che vuole approfondire un momento della civiltà pittorica scaligera finora mai indagato.

La mostra, curata da Fabrizio Magani, Paola Marini e Andrea Tomezzoli, è incentrata sulle peculiarità che la cultura e la tradizione pittorica assunsero nel Settecento a Verona, città che riuscì a mantenere sempre autonomia e originalità rispetto alle correnti dominanti nella vicina Venezia.

Con 150 capolavori tra dipinti, disegni, stampe e documenti, provenienti da importanti musei stranieri come l'Ermitage di Pietroburgo, il Prado di Madrid, il Victoria and Albert di Londra, la Gemäldegalerie di Dresda, il Kunsthistorisches di Vienna, lo Szépmuvészeti di Budapest, oltre che dai principali musei italiani, la mostra porta Tiepolo e i suoi contemporanei alla Gran Guardia.

Ampio spazio sarà dedicato a due importanti artisti veronesi: Pietro Antonio Rotari, definito il "pittore della corte russa" per aver lavorato a lungo a servizio degli zar e dell'imperatrice Elisabetta, e Giambettino Cignaroli, fondatore dell'Accademia di Pittura che porta il suo nome. I due furono emblemi di un classicismo di grande innovazione e modernità che, grazie al patrocinio di un altro grande veronese, Scipione Maffei,

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Inaugura venerdì 2 marzo 2012 la seconda tappa del progetto BASEMENT di FaMa Gallery. Il nuovo project space della Galleria - uno spazio di ricerca programmata, pensato per supportare la produzione di nuovi lavori di artisti emergenti, che va ad affiancarsi alla normale attività espositiva e inaugurato lo scorso ottobre con la personale dell'artista Sinta Werner - vede protagonista di questo secondo appuntamento il giovane artista serbo Nebojša Despotović.Nebojša Despotović attinge a piene mani dal patrimonio iconografico collettivo recuperando vecchie fotografie e immagini, ritagli di giornali, libri, manuali e riviste, dalle quali l'artista parte per costruire le proprie opere pittoriche.
La ricerca di Despotović, attenta alla definizione e alla rappresentazione del concetto di identità, sottrae solo apparentemente le immagini all'oblio del tempo: ricoperte e alterate con la pittura esse acquisiscono un carattere indefinito e inattuale che le riconduce, infatti, ad un tempo remoto. Nei ritratti e dipinti dai colori cupi e dalla pennellata corposa, i lineamenti dei protagonisti, così come i dettagli dei paesaggi e delle ambientazioni, sono solo accennati. L'attenzione non si concentrata sul particolare, quanto piuttosto sulle atmosfere evocate, capaci di richiamare un'epoca, vite, storie e situazioni che non sono più e delle quali lo spettatore può percepire la distanza e la perdita definitive. DIAMONDS AND RUST, il progetto realizzato per BASEMENT,
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