TRAVELING_TO_THE_QUEEN

11 luglio - 18 settembre 2011

Tra struttura e capriccio, tra ordine e divertissement. Rossella Ramanzini sceglie, almeno in apparenza, il mondo del gioco, perchè le assicura la massima libertà: può inventare le imprese più folli, sovvertire la legge di gravità, infrangere le coordinate spazio-temporali. Ma è una libertà che ha le sue leggi, come il gioco ha le sue regole.

C'è un metodo infatti nella stravaganza di Ramanzini, c'è del sistema nelle sue bizzarre composizioni. E' vero: i quadri sono fatti di spazi che fanno emergerealtri spazi, come se ci fossero diverse dimensioni all'interno della superficie. E poi tutte le immagini sono segnali-simboli che si intersecano, si sdoppiano, si rovesciano, si moltiplicano tra di loro, senza soluzioni di continuità. Ma non importa che si tratti di “semi” delle carte o di sagome umane stilizzate: gli uni e le altre valgono in quanto pezzi di una macchina figurativa piena di trappole visive e concettuali.

L'opera di Ramanzini non vuole certo svelarci sottofondi psichici o avviare discorsi sociali, ma introdurre al “saper vedere”, renderci visibili certi fatti della percezione. Un po' come Matisse nei suoi “Papiers découpés”, autentici frammenti di colore incollati che reinventano il linguaggio della pittura, rendendolo nuovo e vivace, ricco di effetti inaspettati, quasi una metafora, un riflesso astratto della realtà.

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michele_manzini

Sabato 9 Luglio 2011, presso la Sala Vasche di Palazzo Forti (Verona) è stata presentata una mostra di Michele Manzini - "Michele Manzini, Alfredo Cramerotti, Luigi Meneghelli a confronto" con presentazione della pubblicazione "Mescolanze" con prefazione a cura di Gianluca Marziani. Inaugurazione della mostra sabato 9 Luglio dalle ore 18.00 alle 21.00 presso Kn Studio e chiostro della Chiesa di San Giovanni In Valle (Vr) - Margherita Santi al pianoforte.

"Possiamo definirla geografia culturale, quando riconosciamo tratti culturali anziche' politici o fisici di un contesto. Per esempio succede quando la relazione tra artista e pubblico si poggia equamente su ambedue le parti per generare prima conoscenza (che cosa), e poi significato (in che termini). L'abilita' di un artista sta nello spingersi oltre questa dicotomia artista/spettatore, creando uno spazio terzo, una geografia culturale, un tentativo di comunicazione. Non solo tra discipline artistiche o storiche, ma soprattutto tra pratiche 'altre': economia, design industriale, filosofia, agricoltura, legge, urbanistica o quello che e' piu' rilevante in un determinato posto e un dato momento. L'artista mette in relazione sfere di attivita' e conoscenza attraverso un 'set' di discipline – e a ogni passo si interroga sul cosa, come e perche'. O almeno a questo punta. Ogni evento legato a una geografia culturale fa scattare una nuova sfida per la

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Prosegue fino al 2 ottobre 2011 la mostra inaugurata il 30 ottobre 2010 al Museo Archeologico al Teatro Romano di Verona. L'esposizione Sculture dal teatro, settima della serie IN VISIBILIA, alla presenza dell'Assessore alla Cultura Erminia Perbellini.

Nella mostra, a cura di Margherita Bolla, sono presentate sculture di vario significato (onorario, decorativo, funzionale all'architettura...) rinvenute negli scavi del teatro romano di Verona e di recente restaurate. L'evento integra idealmente la mostra dedicata nel 2003-2004 alle Figure sospese (lucerne, maschere, oscilla in marmo bianco) della stessa provenienza.

Il teatro veronese era infatti ornato da un ricco apparato di sculture e decorazioni, in pietra, marmi di vari colori, bronzo anche dorato. A seguito di un incendio, l'edificio andò in declino e fu poi occupato da un cimitero; anche se in stato frammentario, alcune di quelle sculture sono giunte fino a noi e permettono di immagine un ambiente di grande raffinatezza, in cui statue e rilievi animavano l'architettura, con soluzioni vivaci ed eleganti.

Alcune sculture non sono mai state esposte prima d'ora (come i resti di una statua equestre in bronzo dorato), altre non vengono mostrate al pubblico da oltre cinquant'anni. Come per le precedenti quattordici mostre realizzate dal 1998 al Museo Archeologico, è un'occasione preziosa per poter ammirare opere normalmente conservate nei depositi e

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A cura di Berry Reigate il 15-07-2011

FaMa Gallery, Verona

Venerdì 15 Luglio, a partire dalle ore 18.30 nello spazio espositivo della FaMa Gallery si terrà la performance inedita "The Message" dell'artista inglese Barry Reigate. Rievocando la tradizione lirica veronese, che proprio in quei giorni vede aprirsi la stagione operistica nella suggestiva cornice dell' Arena, la soprano Alessandra Borin si esibirà con il brano "The Message" tratto dal repertorio hip hop del celebre dj americano Grandmaster Flash.

Questa live performance avrà come fondale d'eccezione le opere dell'artista Barry Reigate, esposte alla FaMa Gallery nell'ambito della collettiva a cura di James Putnam, "Phantasmagoria".

"E' una giungla a volte, e mi domando come fare a non sprofondare", queste le parole del Joseph Saddler, in arte Grandmaster Flash, considerato uno dei più aggressivi e innovativi padri della sperimentazione in campo hip hop. The Message è un testo molto forte, fra i primi a parlare dello del degrado e la frustrazione vissuta nel ghetto, di violenza ed emarginazione sociale, uno scenario che incarna perfettamente l'opera di Reigate. Il contrasto tra la cultura alta rappresentata dalla tradizione lirica, ed il testo della canzone che narra il disagio degli ambienti della sottocultura , andranno a creare un a situazione paradossale e proprio per questo efficace per percepire la

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Si è inaugurata mercoledì 6 luglio 30 la mostra "Chernobyl, Fukushima e poi...?"

Incontro con l'artista giapponese Yumiko Sakata e Roberto Franzina, vice-presidente dell'associazione "Il Ponte-Mict" sulle conseguenze dei disastri nucleari in Europa ed in Estremo Oriente.

PaRDeS - Laboratorio di Ricerca D'Arte Contemporanea, Concerto d'Arte Contemporanea - Associazione Culturale, Via Miranese 42 – 30035 Mirano (VE)

L'evento è organizzato nell'ambito della mostra Adamà. Cantica per la terra, 5 maggio - 17 luglio e 20 settembre – 20 novembre 2011, a cura di Maria Luisa Trevisan. Prima del'incontro sarà effettuata una visita guidata gratuita alla mostra alle ore 17.

 

A 25 anni dall'incidente nucleare di Chernobyl, il Giappone, ma anche il resto del mondo, ha rivissuto drammatici momenti di paura per la catastrofe di Fukushima a seguito del terribile terremoto e del conseguente Tsunami che hanno colpito il paese del "sol levante".

Riflessioni, considerazioni, emozioni e sentimenti raccontati da Yumiko Sakata e da Franzina Roberto.

Yumiko Sakata (1946, Narashino-Chiba, Giappone). Dal 1962 al 1965 è membro del gruppo di belle arti del Liceo femminile di Chiba. Nel 1978 studia pittura e lingua italiana a Roma e dal 1995 si trasferisce definitivamente in Italia e diventa allieva di Vico Calabrò per approfondire l'arte dell'affresco.

Franzina Roberto (1969, Vicenza). Professore di Matematica e Fisica presso il

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La Galleria d'Arte Moderna Palazzo Forti di Verona presenta, dal 28 giugno 2011, un nuovo allestimento costituito esclusivamente da opere presenti nei depositi della GAM, proseguendo così le iniziative di valorizzazione del patrimonio civico del progetto INVISIBILIA.

ri_TRATTI im-PERFETTI è il titolo del percorso espositivo, che intende affrontare il tema dell'identità nell'iconografia del ritratto, visto in alcuni tipici aspetti della contemporaneità. Si sviluppa in cinque sezioni, ciascuna delle quali indaga un'idea o una dimensione spirituale capaci di 'trarre' l'immagine umana per darne valore e significati.

L'esposizione si apre con i ri_TRATTI dalla MEMORIA, immagini appartenenti ad uno sguardo umanamente introspettivo, raffigurate da Trentini, Rosai, de Pisis, Fantini, Sesia, Chelbin e dalle sculture di Violetta: la memoria appare, allo stesso tempo, per ogni persona, concreto scorrere del Tempo ed il suo sedimentarsi, ricerca di identità sfumata e lentamente ricostruita, nuova realtà presente fatta di ciò che si perde e di ciò che si acquista.

La seconda sezione indaga sulla realtà iconografica del DUPLICE, esponendo tra l'altro le inedite e recenti, affascinanti acquisizioni di Coltro e di Guerresi Maimouna, presentando i lavori di C. Sherman, oltre ad un confronto tematico sul concetto tradizionale di arte costruito fra un dipinto ottocentesco come l'Arte avvilita di Recchia e una scultura-autoritratto di Trotta.

Si cerca di penetrare così

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Passage2011: la barca rossa attraversa l'Alto Adige tra mura medievali e arte contemporanea...

L'impresa suona folle: trascinare a mano, senza l'aiuto di mezzi tecnici, una barca pesante 150 kg da Monaco, Germania, attraverso le Alpi, per vararla poi nelle acque di Venezia.

È questo l'obiettivo degli artisti Thomas Huber e Wolfgang Aichner, ideatori e attuatori dell'azione passage2011, un "dramma azionista" a cura di Christian Schoen ed Evento collaterale della 54. Esposizione Internazionale d'Arte – La Biennale di Venezia.
I due artisti, partiti da Monaco il 25 maggio scorso, dopo aver trascinato la barca rossa attraverso le Alpi della Zillertal e il ghiacciaio di Schlegeis hanno fatto sosta in Alto Adige. La tappa altoatesina rappresenta la conclusione dell'attraversamento delle Alpi e al contempo dà l'avvio alla fase finale del progetto ovvero l'arrivo a Venezia il 23 giugno con l'attraversamento trionfale del Canal Grande.

Le mura medievali di Castel Taufers presso Campo Tures hanno fatto da scenario per l'arrivo degli artisti in Alto Adige martedì 21 giugno scorso. Il viaggio è proseguito in serata presso la Comunità Evangelica Luterana di Bolzano, con una tavola rotonda intitolata "Der Berg, das Boot und der Glaube" (La montagna, la barca e la fede).

Dalle mura storiche all'architettura contemporanea: oggi mercoledì 22 giugno la barca rossa ha "fatto scalo" a

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Giovani artisti dell'Accademia di Verona espongono per la prima volta nelle più prestigiose gallerie della città. Non un "saggio" di fine
anno, ma una manifestazione di "inizio carriera".

 

Verona, sedi varie: Artericambi, Boxart, FaMa Gallery, La Giarina, Marco Rossi, Galleria Dello Scudo, Spazio 6, Studio la Città, Giorgio Ghelfi, Kn-Studio, Melepere, Ph-Neutro, Biblioteca Civica (Archivio Regionale della Videoarte)

Openings: 24 – 25 giugno 2011 dalle 16.00 alle 20.00

Dal 24 giugno al 2 luglio 2011
Curatore: Luigi Meneghelli
Catalogo disponibile nelle varie sedi
Ingresso: libero

First Step, a cura di Luigi Meneghelli, è alla sua seconda edizione ed è già diventato un appuntamento atteso, un momento immancabile di verifica di un'intero anno scolastico. E' un esporsi disincantato da parte dei trenta studenti selezionati al vaglio del mercato, della critica, del pubblico. E' un passare dall'altra parte della scena, anche se questo non significa fine dello studio, ma solo un diverso impegno nei confronti della ricerca. Non più unicamente un interrogarsi su se stessi e sui propri processi operativi, ma anche un relazionarsi con altri (con i veri soggetti del mondo dell'arte): una scoperta dell'alterità però che è un modo ulteriore di misurarsi ancora con se stessi, di patteggiare non rinunce ma alleanze o, meglio, sinergie con quello che potrebbe essere il futuro "mondo del lavoro".

E' stato

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Sabato 18 giugno alle ore 18.00 la Galleria Tannaz a Firenze ha inaugurato la mostra fotografica di STEFANO RIDOLFI

DISSOLVENZE
a cura di Massimo Innocenti con un testo critico di Serena Bedini

... Stefano Ridolfi è un fotografo di emozioni, conosce l'arte del vedere attraverso una forte esperienza di fotografo di scena, lavorando nel teatro sperimentale come documentarista di eventi.
In questa mostra presenta un nuovo lavoro suddiviso su 24 fotografie di grandi dimensioni e sul rapporto tra parola e immagine, vista la sua passione per la poesia e per la letteratura.
In questa mostra cerca di far vivere la sua passione, cercando di tracciare una relazione tra la natura delle cose e la loro dissolvenza fino a raggiungere un senso estremo del suono della voce e tra le parole e l'emozione del vedere fare convogliare la sua immagine reale, che trasforma in sinuosi scatti fino a farli diventare realtà in continua trasformazione.
L'artista ci invita a seguire il suo cammino fino a farci trovare la sua dialettica e il suo parlare e, attraverso un sogno risolto, ci lascia guidare la sua immaginazione.

LA MOSTRA RESTERA' APERTA FINO AL 27 GIUGNO 2011
TUTTI I GIORNI DALLE ORE 16 ALLE 20
ESCLUSO IL SABATO

Galleria Tannaz
Via dell'oche, 9-11r
50122 Firenze

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mostra_profumo_di_silenzio

Silenzio, finalmente.
"Dall'albero del silenzio pende il suo frutto, la pace." Arthur Schopenhauer


All'interno di un sistema artistico che ancora oggi, archiviate le Seconde Avanguardie e le declinazioni sperimentative del dopoguerra, sembra intravedere nel rumore e nel cortocircuito linguistico la via più efficace di auto-affermazione e nell'iperbole mediatica la riconoscibilità di un valore presunto

– troppo spesso autoreferenziale e troppo spesso prescindibile dal messaggio - il lungo percorso di MaBe, artista veronese di formazione accademica, decisa invece ad indagare il silenzio e ad inverarlo nella forma pittorica e scultorea, assume un significato ancora più sorprendente ed inatteso perché intellettuale ed ermetico, quindi straniante.



Agendo per sottrazione, impostando i toni del proprio lavoro sul lirismo sentimentale piuttosto che sulle deflagrazioni assordanti dell'oggetto artistico, perseguendo linee strutturali sicure, digressioni progettuali che sono riflessioni sulle esistenze psichiche piuttosto che effimere rispondenze fenomeniche indotte dai giudizi fallaci di vista|tatto|udito, l'artista ha saputo creare un vocabolario proprio e attingere ad una grammatica alternativa le cui regole appaiono antitetiche a quelle delle narrazioni artistiche alle quali la contemporaneità sembra averci assuefatto.
"Per magnificare il silenzio, ho ascoltato dentro me stessa le ragioni che spingono forse noi tutti a
cercarlo, desiderarlo" sostiene Mabe, proponendo "un ascolto che è diventato esercizio, arte, privilegio. Una dimensione nella quale si trova ristoro, nella civiltà del rumore

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cartier_bresson


Si inaugura sabato 18 giugno 2011 alle ore ore 12.00 al Centro Internazionale Scavi Scaligeri, Verona

19 giugno – 9 ottobre 2011

"Fotografare: è porre sulla stessa linea di mira la testa, l'occhio e il cuore".
Henri Cartier-Bresson.

Henri Cartier Bresson è, secondo la definizione di Pierre Assouline, "l'occhio del secolo".

In effetti il fotografo non ha mai smesso, dai suoi inizi negli anni '30, di esplorare con lucidità i grandi movimenti artistici, politici e sociali del nostro mondo.

La mostra allestita al Centro Internazionale di Fotografia Scavi Scaligeri delinea il ritratto di un artista che ha sempre scelto l'anonimato nell'azione per meglio cogliere l'istante.

Attraverso le 133 fotografie in esposizione viene raccontata la storia di uno sguardo eccezionale.

Come scrive Yves Bonnefoy nel libro Henri Cartier-Bresson: Photographe, Delpire, Paris, 1979:
"Quando guardo un'opera di Henri Cartier- Bresson, provo dapprima meraviglia che possano essere accadute situazioni così ricche di senso, così intense. ..... Ma so anche bene che queste epifanie si manifestano per questo poeta su un orizzonte che condividiamo tutti e da questo mi sento incoraggiato e guidato, che è il migliore contributo che possano dare le opere".

L'esposizione è organizzata dal Comune di Verona - Assessorato alla Cultura, in collaborazione con Magnum Photos e la Fondation Henri Cartier-Bresson, che lo stesso fotografo aveva

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